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Ieri sera, mentre giravo in bici per le strade di Milano, ricevo una telefonata che mi avvisa che è finito il gioconeFF2, ovvero, a quanto ne so, l’unico social game pensato per Friendfeed.
Adamo, creatore, notaio e patrono del gioco ha dichiarato vincitore Clockwise, e pazienza.
Quest’anno per arrivare alla finale si sono dovute superare tre tipologie di prove: quelle di ingegno, amatissima dagli appassionati di logica e enigmistica, quelle di fortuna, tra cui un dungeon come nei mitici libri-game, e quelle social, in cui occorreva fare squadra e creare qualcosa per accaparrarsi i favori della social community.
Uno dei grandi meriti del giocone è proprio di farti cimentare con prove assolutamente diverse tra loro e farti scoprire che in fondo non te la cavi così male. Io festeggio il mio decimo posto pubblicando il racconto che ho scritto per un livello social. Uniche regole del gioco: iniziare con la frase “non mi ero mai divertito così tanto in vita mia” e non superare le 30 righe. Per il breve racconto che segue ringrazio l’occhio attento e scaltro di Paperdoll, editor d’eccezione.
La Lega degli Enigmisti Infingardi
Non mi ero mai divertito così tanto in vita mia come quando, il 4 aprile, trovai questo
annuncio nella Gazzetta di Parmia. “La Lega degli Enigmisti Infingardi (ex Infallibili)
cerca nuovi adepti. Si fornisce un’uniforme, un cacciavite, sale grosso e un paio di
sandali da scoglio. Astenersi perditempo”. Spiccava non poco in mezzo ai soliti, noiosi
messaggi: “Smarrito uno steatopigio. Contattare Jackie la Troia. Lauta ricompensa”,
oppure “Mauricio l’autista insegna a usare la eeeh a bordo della sua monovolume”. Ero
divertito, certo, per il tono vagamente surreale: e anche non poco incuriosito.
Grazie alle mie fonti, venni a sapere che, prima di questo annuncio, nella Lega degli
Enigmisti Infingardi (già Infallibili) si erano vissuti giorni di terrore: il Grande Capo
Solutore aveva convocato il Consiglio dei Saggi senza rivelare l’ordine del giorno.
Erano passati tredici anni dall’ultima convocazione e allora erano servite sette notti per
decidere se nello spettro dei colori il nero andasse prima del rosso o dovesse essere
completamente eliminato. Rosmunda l’Anagrammista aveva provato a cercare un
indizio nella lettera di partecipazione, ma l’unica soluzione che era riuscita a trovare
suonava come un incomprensibile “Livello trenta, arriviamo!”. Si erano addirittura
radunati tutti prima dell’inizio, per elaborare un piano di fuga: avevano escluso solo il
Garzone delle Parole Facilitate, poiché inaffidabile e la Pocodibuono delle Soluzioni
del Numero Precedente, perché sempre in ritardo. Si era stabilito che no, non serviva
un’imbiancatura, l’insegna poteva restare con una lettera mancante e che non era il
caso di mettere un miscelatore in bagno, quando era suonata la fatale campanella della
convocazione al Consiglio.
Il Grande Capo Solutore entrò nella Sala Concentrica tenendo in mano un vecchio
libro che nessuno aveva mai visto. «Fratelli – esordì – quello che ho in mano è il più
grande tesoro della Lega degli Enigmisti Infingardi (furono Infallibili). Questo è l’unico
libro di profezie che si avverano veramente, il celeberrimo Visoni, Visioni e Previsioni
di Gaia Sorcini». Tutti si alzarono in piedi presi dal panico, inquieti e al tempo stesso
curiosi di conoscere il loro futuro: la Sgarzola delle Ultime Parole Famose non riusciva
ad aprire bocca, l’impassibile Vegliardo Senza Schema sbatteva la testa contro il muro,
quell’eterna indecisa della Susi non sapeva più chi chiamare. «Amici – disse il Grande
Capo alla fine – il libro parla chiaro: dobbiamo unire le nostre forze e trovare nuovi
talenti. La profezia annuncia oggi la nascita di colui che ci spazzerà via con un sorriso
sornione e un’alzata di sopracciglio: Adamo Lanna». E la ricerca incominciò.
Oggi non parlerò di gaming, ma proverò a scrivere alcune considerazioni sui social network e i party.
Numerose ricerche ci testimoniano che i social network sono una delle attività di maggiore successo e interesse per gli internauti: personalmente passo-perdo-investo gran parte del mio tempo online su Friendfeed e mi capita spesso di pensare a quanti e quali meccanismi si creino al suo interno.
Immaginando Friendfeed come una festa a cui tutti possono potenzialmente partecipare, diciamo la FriendFeast, secondo me è bene tenere a mente alcune delle seguenti dritte:
1. È più comodo arrivare con un invito: ogni festa ha i suoi imbucati, si sa, e in ogni festa ci sono quelli che si aggirano solitari con in mano un’oliva all’ascolana e un rosè. Prima o poi si conosce qualcuno, ma dipende quanto si è pazienti o socievoli. Se invece venite presentati da chi è già alla festa da un po’, come ha fatto LaFra con me, troverete più facilmente qualcuno che mi rivolgerà parola e brinderà con voi. Insomma, se siete appena arrivati e non conoscete nessuno, provate almeno a imbucarvi nel cocktail di benvenuto.
2. Non presentarsi a mani vuote: anche se non vedete l’ora di avventarvi sul buffet, è buona norma portare qualcosa alla padrona di casa, che sia il vino, il gelato, o cappellini e trombette. Ovvero portate alla FriendFeast la vostra attività in rete, fate capire che avete qualcosa da dire, se conoscete già qualcuno fatevi riconoscere (presentarsi sempre con lo stesso nome è un buon inizio): gli altri avranno l’impressione che non siete lì per caso, che non ve ne andrete prima della tombola e che anzi potrebbero incontrarvi in altre feste. Tra l’altro la FriendFeast è un ottimo modo per dare visibilità a quello che portate, dato che se è buono gli altri vi faranno almeno un sorriso.
3. Cercare i propri simili: non è bello arrivare a una festa e trovare qualcuno vestito esattamente come noi, ma forse è peggio vestirsi da fatina quando tutti hanno la spilla da balia in bocca. La cosa più comoda è iniziare a parlare con chi ci somiglia. Se siete imbellettati come Rossella O’Hara, cercate qualcuno che apprezzi il cinema, se vi atteggiate come Master Chief, cercate qualcuno che capisce chi siete: è una festa molto grande, trovare chi ha i vostri stessi gusti è un buon modo per farvi conoscere senza essere invadenti.
4. Chiedere consiglio: alle persone piace sentirsi importanti e dare la propria opinione anche se non richiesta. Tra l’altro ci sono alcuni che hanno un’opinione granitica su praticamente tutto lo scibile umano. Se vi aggirate per la festa chiedendo come si usa la carta da forno, quale conto corrente aprire o quale canzone d’amore vi strugge di più, probabilmente qualcuno vi risponderà e potrete farvi un’interessante idea di quello che pensano gli altri.
5. Andare in salotto a vedere la tv: una delle cose divertenti di questa festa è che si può tranquillamente andare a vedere la tv e nessuno si offende, anzi, si trova spesso il divano già occupato. L’unione fa la forza e se prima era da sfigati restare in casa a vedere San Remo mentre tutti uscivano, alla FriendFeast si esce con gli altri restando tutti a casa propria a vedere San Remo. Non è vero che i più “cool” della festa non vogliono la sala tv, solo che la vogliono in un posto che per loro è cool e che li faccia sentire tali per dare vita al gruppo d’ascolto.
6. Comprare la cartella per la tombola: quando la conversazione cala e il buffet scarseggia, bisogna sperare che i padroni di casa abbiano organizzato un gioco. Giocare insieme è da sempre uno dei modi più spassosi per socializzare, soprattutto se la tombola prevede la collaborazione di più persone e se chi l’ha organizzata sa come funziona la festa. Questa persona si guadagnerà fama e gratitudine.
7. Scovare le stanze segrete: ogni festa che si rispetti ha i suoi privè, le stanze dove ci si imbosca, dove la calunnia è un venticello, dove senza un invito non entra nemmeno la luna. Qui c’è poco da fare, giocatevela bene nella sala principale e quando qualcuno vi fa l’occhiolino, non fatevi sfuggire l’occasione.
8. Uscire dalla torta ed esibirsi: qualcuno deve pure fare animazione. Si sa, chi si espone si prende gli applausi e le critiche, ma in fondo fa un piacere a tutti dando qualcosa di cui (s)parlare. Potete mettervi improvvisamente a cantare, potete piazzarvi su un tavolo e fare polemica, potete anche fingere di dire qualcosa sottovoce sapendo che vi sentiranno tutti. Magari vi daranno delle trequartiste, ma tutti sapranno chi siete se è questo che volete.
9. Parlare di altre feste: per alcuni andare a un party è un impegno, per altri un’occasione, per altri ancora quasi una professione. Se vi piace organizzare incontri, siete nel posto giusto per dirlo e per fare in modo che qualcuno venga. Spesso il successo della vostra iniziativa è misurabile dalla quantità di lamentele degli esclusi e sappiate che chi parteciperà farà di tutto per farlo sapere agli altri immortalandosi gli uni con gli altri con le reflex in una specie di mezzogiorno di foto.
10. Fare i complimenti alle piastrelle: prima di uscire, ricordatevi di dire qualcosa alla padrona di casa, ringraziatela, fatela sentire apprezzata. Alla fine la maggior parte delle persone è alla festa per un solo motivo, ma si può sempre raccontare che si era interessati alle piastrelle.
Alla fine l’unica cosa che mi manca è cronista indiscreta della festa, una Gossip Girl che sia “your one and only source into the scandalous life of the FriendFeed elite”, ma chissà, magari è in una stanza segreta in cui nessuno mi ha invitato.
Il rientro al lavoro ad agosto non è molto facile, nè divertente. La città è deserta (il che può anche essere affascinante), non c’è nessun bar aperto per un cappuccino e continui a ricevere messaggi di persone in vacanza o a vedere le loro foto messe in diretta su Facebook. Poi su Friendfeed inizi anche a vedere strani messaggi di persone che giocano un jolly nel loro feed per superare il turno di un gioco.
Gli ingredienti per stimolare la mia curiosità ci sono subito: c’è un social-network, ci sono persone che più o meno conosco o con cui mi piace interagire, c’è un gioco per passare il tempo nei momenti di cazzeggio online (si può dire online?).
Ho scoperto così il GioconeFF di Adamo Lanna/4passi, il primo esperimento ludico che ho trovato su Friendfeed.
Si tratta di un gioco a livelli, in cui, ad ogni passaggio, corrisponde un tipo di gioco diverso, che richiede abilità diverse, anche si base serve pazienza e una buona conoscenza delle persone su FF. Per fare alcuni esempi: si passa dal cruciverba, all’indovina chi, al riconoscimento degli avatar, a quello dei piedi (che ricordo ancora come una fatica immane), alla lettura delle labbra di 4passi, alla poesia misteriosa. Ogni volta occorre mandare un messaggio privato a 4passi, attendere con trepidazione che convalidi la soluzione (un’emozione simile a quando ti riconsegnano il compito in classe) ed essere invitato al livello successivo.
C’è poi un livello mitico, il 9: il gioco di carte di Magic con i personaggi di FF! Ammetto tutta la mia invidia per chi ha ricevuto una carta con la propria persona: per me è diventato un segno di prestigio e celebrità. In pratica, a ogni carta è attribuito un punteggio più o meno positivo (ben collegato a come si comporta quella persona su FriendFeed) e si gioca collaborando o ostacolandosi a vicenda fino a che non si raggiungono 15 punti.
4passi è stato molto furbo, perchè ogni volta che si intende comprare/scartare una carta, bisogna dichiararlo nel proprio feed e ottenere dei like dagli altri, amplificando notevolmente la popolarità e la visibilità del gioco. Ci sono stati momenti in cui la maggior parte dei messaggi che vedevo erano del tipo “gioco il jolly nel #gioconeFF per comprare Dania”. Alcuni, più sfortunati, si sono ritrovati a scrivere “gioco il jolly nel #GioconeFF per comprare I love Pompini”
Ormai “giocare il jolly per” è diventato un modo scherzoso per esprimere un desiderio.
Un alto aspetto molto divertente è la collaborazione che viene richiesta in alcuni livelli per superare il turno: in questo modo si conosco altre persone e si amplia la rete dei propri contatti senza dovere fare spam (da quando gioco i miei contatti sono aumentati).
Io al momento sono al livello 16, intento a fare anagrammi di personaggi famosi e di ragazze presenti su FF (altro modo per scoprire chi c’è e per aggiungere persone al proprio network), e se considerate che ho iniziato quasi 2 mesi fa, capirete che il gioco è davvero ben fatto.
Qualche tempo fa avevo parlato di un esperimento di gaming su Twitter, ovvero Spymaster. Avevo provato a giocare e mi ero accorto che la visibilità che il gioco cercava di guadagnarsi attraverso i social-network era un po’ parassitaria: alle persone che mi leggono non interessava molto sapere che io stessi cercando di assassinare qualcuno che non conoscono, nè a me importava più di tanto farglielo sapere.
Allora mi sono chiesto: perchè è stato così bravo Adamo nell’inventare questo gioco?
Prima di tutto perchè ha molti subscribers ed è molto attivo (almeno online; 4passi, passami la battuta), quindi una iniziativa lanciata da lui ha una buona base di partenza. Poi ha esperienza in quello che fa ed è bravo, dato che prima lavorare per una rivista di enigmistica. Ha creato un diversivo per un ambiente in cui il cazzeggio è all’ordine del giorno. Ha stimolato la componente social, creando giochi di squadra, o facendo in modo che le soluzioni si dovessero pescare andando a scoprire nuove persone . E infine si è inventato un meccanismo per cui le persone sono invogliate a parlare del gioco e a mostrarlo ai propri contatti.
Insomma, se qualcuno volesse lanciare un gioco per Friendfeed, ma forse può valere anche per altri social-network, nel suo kit dovrebbe prevedere:
- un “superuser” che garantisca visibilità e di cui le persone si fidino (altrimenti nessuno vi nota)
- un meccanismo per stimolare attivamente la viralità (altrimenti le persone si sentiranno usate e finiranno per disattivare gli aggiornamenti automatici)
- una componente social che giustifichi la propria presenza in quell’ambiente (altrimenti siete fuori luogo)
Se non avete questi ingredienti, lasciate perdere, abbiamo già il GioconeFF.
Sono graditi commenti, ma ancora di più soluzioni per i livelli successivi!